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martedì 29 maggio 2012

ESSERE PARTE DEL TEATRO E NON UN TEATRO A PARTE


Milano 29 maggio 2012


Comunicato a tutti i lavoratori

ESSERE PARTE DEL TEATRO E NON UN TEATRO A PARTE

Siamo un gruppo di collaboratori del teatro che credono alla bellezza, alla qualità , all'importanza dell'arte.
Desideriamo continuare a crescere nell'alta qualità, caratteristica che somma professionalità, passione, sensibilità, e amore per ciò che si fa.
Desideriamo esser trattati con considerazione e rispetto.
Da parecchi mesi è stato realizzato un progetto semplice ,chiaro e fattibile che riguarda la RISTORAZIONE COLLETTIVA AZIENDALE, BIOLOGICA.

Che Vi esponiamo per punti:

QUALITA DELL'APPROVVIGIONAMENTO
Prodotti a filiera controllata (biologici,agricoltura integrata,DOP,IGP, Fair -trade)
Prodotti del territorio, stagionali con packaing “leggero”


QUALITÀ DEL SERVIZIO.
Menù con gastronomie tradizionali, nazionali ed internazionali legate ai territori.
Opzioni di menù basate basate su stili di vita e necessità fisiologiche e patologiche.

IMPIEGO DI BUONE PRATICHE GASTRONOMICHE allo scopo di migliorare la qualità sensoriale dei piatti
RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI ATTRAVERSO UNA GESTIONE ATTENTA ALLE QUANTITA' IMPIEGATE ED ALLE RIMANENZE
AGGIORNAMENTO del personale di cucina, di linea e commissione verifica qualità.

Il progetto è stato presentato ufficialmente all'azienda in data 15 settembre 2011 e la Direzione del Teatro l'ha fatto proprio per la gara d'appalto.
tale progetto e il conseguente capitolato per la nuova gara di appalto sono consultabile nella loro integrità sul blog della cgil scaligera http://teatroscalacgil.blogspot.it/

La situazione a oggi è che la gara d'appalto è stata fatta, ma nonostante le numerose richieste, la Direzione si rifiuta di comunicarci l'esito, e nega di fatto l'indispensabile incontro tra la gruppo “verifica qualità”, promotrice del progetto, l'azienda vincitrice dell'appalto e la commissione aziendale competente.


Gruppo verifica qualità
Teatro Alla Scala

venerdì 18 maggio 2012

Iniziativa Sindacale 28 maggio


COMUNICATO




Le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL, FIALS di categoria fanno propria la spontanea iniziativa dei lavoratori dello spettacolo che il giorno 28 maggio porteranno in piazza SS Apostoli e sotto la sede del Ministero, a Roma, la musica italiana per reclamare la difesa di un patrimonio dei cittadini e diffonderla secondo i dettami dell’articolo 9 della Costituzione Italiana.

Le Organizzazioni Sindacali invitano tutti i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, della musica, dello spettacolo e tutti i cittadini alla partecipazione perché questa giornata dica NO alle leggi e ai decreti contro la cultura, prima fra tutte la Legge 100, per rimuovere l’insensibilità al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di settore e quella di un apparato istituzionale che, tagliando i fondi a sostegno della cultura, mortifica la crescita dell’uomo nella società.



SLC-CGIL FISTeL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL








giovedì 10 maggio 2012

Lissner, al lavoro per nuovo cda entro fine mese

Milano/Scala: Lissner, al lavoro per nuovo cda entro fine mese

09 Maggio 2012 - 15:45

(ASCA) - Milano, 9 mag - ''Sto lavorando con il sindaco Giuliano Pisapia e con il vicepresidente Bruno Ermolli e cerchiamo di arrivare alla fine del mese con il nuovo Consiglio di amministrazione e con i nuovi soci privati''.

Questo l'obiettivo indicato dal sovraintendente del Teatro Alla Scala, Stephane Lissner, che a margine di un convegno in corso alla Bocconi ha precisato che ''per il momento non abbiamo ancora ricevuto le nomine dal ministero dei Beni Culturali, ne' dalla Regione, ne' in via ufficiale dalla Provincia. Poi l'assemblea dovra' scegliere i quattro soci privati, che aspettiamo entro la fine del mese''.

Lissner ha precisato di non sentirsi affatto tranquillo per il futuro dell'istituzione scaligera: ''Tranquillo no - ha risposto - ma credo che nessun sovraintendente nella storia del Teatro Alla Scala si sia mai sentito tranquillo''.

lunedì 7 maggio 2012

Scala, caccia al socio privato


Il caso

Scala, caccia al socio privato
«Servono fondi per il teatro»

La scelta di Podestà e l'urgenza delle nomine. Il valzer dei consiglieri. Polemiche per l'uscita di Micheli dal cda. «Un errore»


Roberto Bolle e Svetlana Zakharova (Ansa)Roberto Bolle e Svetlana Zakharova (Ansa)
La caccia al nuovo socio privato (o soci, se la Provincia si sfila, ma tra oggi e domani si saprà), i fondi, lo statuto, i sindacati divisi, il contratto nazionale, il bilancio. E, soprattutto, i consiglieri di amministrazione. Quelli nuovi e quelli vecchi, quelli da rinnovare e quelli lasciati a casa (non senza polemiche, soprattutto in merito alla sostituzione di Francesco Micheli). Scala, si apre un'altra settimana difficile per il teatro più importante del mondo. Primo appuntamento e prima questione: il ruolo di Palazzo Isimbardi come socio fondatore dell'istituzione e «super contribuente» da tre milioni di euro all'anno. Già nei giorni scorsi il presidente Guido Podestà aveva confermato l'impegno a rimanere nel board scaligero «fermo restando il patto di stabilità e i problemi di bilancio». Tradotto: restiamo se ci sono i soldi. Nel giro di 48 ore - mancano un passaggio tecnico e uno politico - dovrebbe sciogliersi il nodo, ma ieri Podestà sembrava (leggermente) più possibilista del solito: «Siamo consapevoli dell'importanza culturale del Teatro alla Scala, vero biglietto da visita di Milano e dell'Italia nel mondo. Siamo in fase di revisione di un bilancio non facile. Ma sono ottimista nel ritenere di poter dare una soluzione tra lunedì e martedì». Attesa. E speranza. Tutti si augurano che la Provincia confermi il suo impegno. Anche perché, in caso contrario, sarebbero due i soci fondatori (con capitale base da sei milioni di euro) da trovare. Già per uno la ricerca è cominciata da un pezzo. Tra i nomi che girano, quello della Mapei di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. O di Tod's e Telefonica, entrati alla Scala l'anno scorso. E anche in questo caso - preziosa la regia del vicepresidente della Fondazione, Bruno Ermolli - entro domenica dovrebbe arrivare una soluzione.
Capitolo consiglieri. Il giro di valzer in cda è già cominciato con le due nomine del ministro Lorenzo Ornaghi (l'imprenditrice Margherita Zambon e il vicedirettore amministrativo della Cattolica Alessandro Tuzzi) e si attende la riconferma di Giovanni Bazoli (Fondazione Cariplo), Paolo Scaroni (Eni), Aldo Poli (Banca del Monte di Lombardia) e Fiorenzo Tagliabue (Regione). Ma proprio sui nuovi nomi indicati dal ministero - e in particolare sulla sostituzione di Francesco Micheli - nel weekend si è scatenata la polemica. Da una parte i «micheliani», dall'altra gli «ornaghiani».
La prima a rimpiangere Micheli è Giulia Maria Crespi, presidente onorario del Fai: «Uomo di grandissima competenza artistica e culturale. Ho come l'impressione che alcune nomine nel cda replichino esattamente quello che succedeva in passato». Riferimento neanche troppo velato allo spoil system . «In effetti - fa sapere Carlo Secchi profondo conoscitore della Scala - davamo tutti per scontata una riconferma di Micheli, visto l'ottimo lavoro che ha dimostrato di saper fare. Evidentemente il ministro ha una sua visione strategica che va rispettata». Mal di pancia nella Milano della musica, dell'arte, dell'economia. Anche se sono in molti a difendere Ornaghi «per la ventata di aria fresca che ha portato alla Scala e per l'ottimo lavoro sulla città». Doppia visione. E da Firenze arriva il commento del maestro Zubin Mehta, protagonista del Maggio musicale: «Stimo molto il dottor Micheli come grande mecenate delle arti».

venerdì 4 maggio 2012

Scala: il ministro Ornaghi nomina due nuovi membri nel cda


Una donna e un under 40: Margherita Zambon e Alessandro Tuzzi

(ANSA) - MILANO, 4 MAG - Una donna e un under 40 sono i due rappresentanti del Ministero dei Beni Culturali nel nuovo consiglio di amministrazione della Scala che sara' varato entro questo mese. Oggi il ministro Lorenzo Ornaghi ha infatti nominato Margherita Zambon e Alessandro Truzzi. Sostituiranno Francesco Micheli e Massimo Ponzellini. Presidente della Zambon company, holding che fa capo fra l'altro alla farmaceutica Zambon spa, Margherita Zambon e' laureata in Economia alla Bocconi. Alessandro Tuzzi, classe 1977, e' invece vicedirettore amministrativo dell'Universita' Cattolica dove si e' laureato in Scienze politiche.(ANSA).

mercoledì 2 maggio 2012

Lirica: Chiarot, la Fenice discriminata nei confronti di Roma e Milano

ROMA - 27 APRILE 2012 - "Esiste una legge che da la possibilità alle fondazioni liriche di diventare fondazioni speciali. Uno status, questo, che permetterà a chi lo avrà una certezza assoluta sui fondi del Fus per i prossimi tre anni. Solo che la Fenice non ha potuto fare questa richiesta". E' quanto dichiara Cristiano Chiarot (foto), sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice, in un'intervista rilasciata al Corriere del Veneto. "Il riconoscimento - continua - avviene sulla base della presentazione di un’istanza da parte della fondazione interessata, in relazione al possesso di alcuni requisiti, come la peculiarità della storia culturale della fondazione e il bilancio, che deve essere chiuso in pareggio per almeno quattro anni rispetto agli ultimi cinque esercizi".
Proprio per questo motivo la Fenice non potrà fare richiesta. "Gli ultimi due anni si sono chiusi in pareggio - dice Chiarot -, tra gli anni prima, però, ce n’è più d’uno con un buco di bilancio. Questo purtroppo si è verificato soprattutto a causa della riduzione in corso d’opera dei finanziamenti dei fondi statali, cosa che è avvenuta anche in buona parte di tutte le altre fondazioni italiane".
Sono soltanto due, dei 14 presenti, gli enti lirici a cui sono applicabili tutti i criteri, l'Accademia di S. Cecilia e il Teatro alla Scala. "Una legge - continua - che prevede premi per le fondazioni gestite in modo virtuoso è giustissima, ben venga, ma allora devono essere fatti dei controlli seri, a partire dal rapporto tra le spese per il personale e il numero degli spettacoli, la produzione insomma. Il rischio è che dal fondo del Fus, già instabile di suo, vengano tolte ogni anno le quote relative al Teatro della Scala e all’Accademia di Santa Cecilia e che il resto venga diviso in briciole tra gli altri enti lirici restanti. Siamo sicuri che i teatri in questione abbiano l’efficienza richiesta?".
"Chiedo solo che una legge che valuti la gestione degli enti tenga veramente conto di cosa viene fatto. Credo che la politica dovrebbe stabilire dei costi standard per l’opera lirica. Ad esempio un rapporto fisso tra il costo del personale e la produzione. La Fenice spende 19 milioni per il personale, la Scala di Milano 64 ma il mio è solo un esempio. Quello che voglio dire è che un teatro come il nostro che non ha modificato negli ultimi anni le spese per il personale, ma ha aumentato ugualmente le produzioni, con l’aiuto di sponsor, grazie alle coproduzioni, è assurdo che non abbia i requisiti per accedere alla sicurezza del finanziamento dello Stato".