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martedì 31 luglio 2012

VERBALE INCONTRO OO.SS-ANFOLS 27 LUGLIO

Verbale d'incontro La delegazione datoriale ANFOLS La delegazione sindacale SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM, FIALS-CISAL Considerato che, a fronte delle pesanti difficoltà del Settore, il CCNL in oggetto , scaduto nell'anno 2006,non è stato rinnovato alle sue naturali scadenze. Le parti dopo una lunga serie di incontri nei quali sono stati esaminati e approfonditi tutti gli aspetti inerenti l'organizzazione del lavoro hanno raggiunto un accordo sui seguenti punti: • Orario di lavoro (art.53 maestri collaboratori, art.64 professori d'orchestra, art.77 artisti del coro, art. 90 tersicorei, art.lOl impiegati, art. 108 operai); • Trattamento di malattia (art.21); • Diritto di precedenza (art.l comma 4); • Relazioni sindacali (art. 38); Permessi artistici (art.24 bis); La transazione di Quote percentuali degli Integrativi Aziendali da inserire in elemento di retribuzione la contrattazione di secondo livello Anche ai fini del superamento delle misure concernenti le norme in materia di corresponsione dei trattamenti economici degli integrativi ai dipendenti delle Fondazioni, ai sensi dell'art.S legge n. 100 del 29 giugno 2010 , la delegazione datoriale e le OOSS s'impegnano a trasmettere, nel più breve tempo possibile , agli Organi Competenti il testo dell'intesa comprensivo degli istituti di cui al presente accordo.

lunedì 30 luglio 2012

COMUNICATO CCNL 30-7-2012

Rinnovo CCNL Fondazioni Lirico Sinfoniche Venerdì c.m. si è sottoscritto fra le parti un verbale di intesa in merito alla trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale per le 14 Fondazioni Lirico Sinfoniche. L’intesa, da tradurre in una ipotesi di preaccordo , è relativa alle parti normative che sono state oggetto del confronto e di un lungo percorso negoziale ( relazioni sindacali, contrattazione aziendale,orari, permessi artistici, trattamento di malattia e, affidate a commissioni tecniche bilaterali, temi quali i diritti di precedenza e identificazione di quote salariali di natura integrativa da translare nella retribuzione nazionale). La disdetta del contratto nazionale da parte dell’ANFOLS, la presentazione da parte datoriale di una piattaforma di nove punti per “scardinare” l’impianto del Contratto Nazionale, le direttive Ministeriali, la fuoriuscita di importanti Fondazioni dall’ANFOLS, l’uscita dell’ ANFOLS dall’AGIS, il varo della Legge 43 e successivamente della Legge 100 (leggi che intervengono pesantemente e impropriamente sull’autonomia delle parti sociali, e sui contenuti e la tempificazione della contrattazione nazionale stessa) , il negoziato spostato all’ARAN sono le tappe di un lungo e tormentato confronto a partire dal 2007 in cui le OO.SS. e i lavoratori del Settore hanno dimostrato tenuta e forte capacità di contrasto contro tentativi di destrutturazione del modello produttivo operato sia in termini legislativi che sul terreno contrattuale. L’intesa sulla parte normativa definisce, sia sulle parti di carattere generale che su quelle relative ai modelli organizzativi, risoluzioni equilibrate e funzionali ai fattori produttivi di ciascuna Fondazione e ricomprende l’insieme dentro le coordinate del vigente Contratto Nazionale. Il percorso che si è prospettato è il seguente: In settimana si siglerà un protocollo congiunto che svilupperà, in coerenza con quanto definito nel confronto tra le parti, un articolato più compiuto sulle materie riassunte per titoli nel verbale d’intesa che sarà inoltrato al Ministero, il quale appronterà risoluzioni per superare gli effetti negativi della Legge 100 ( inerenti le penalità sulla temporalità della conclusione negoziale quali i permessi artistici e i tagli agli integrativi) A fine mese agosto le parti si incontreranno per redigere in modo definitivo la parte normativa ( elemento fondante del preaccordo) e inizierà l’iter di validazione del medesimo accordo ( ARAN- MINISTERO DEL TESORO- CORTE DEI CONTI) Nella ripresa autunnale si dovranno “ricontrattare” gli integrativi aziendali delle singole Fondazioni in conformità a quanto definito a tale titolo nell’innovato Contratto nazionale. In merito alla parte economica il ministero, come da affidamenti dati si impegna a ricercare le risorse per traguardare la copertura inflattiva ( 2013- 2015) e per coprire la carenza economica pregressa. In definitiva riteniamo importante e positivo la conclusione del negoziato quando sarà portato a compimento poiché è un tassello per attivare percorsi fondamentali per la tenuta del futuro delle Fondazioni quali l’attivazione di tavoli interministeriali ( tesi a ricercare reti protettive per un settore dichiarato in crisi), tavoli interistituzionali ( MIBAC – REGIONI – ENTI LOCALI ) e per l’attivazione anche per il settore delle levi fiscali quali elemento di compiutezza della legge 367 ( trasformazione degli Enti in Fondazioni). LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC- CGIL FISTeL- CISL UILCOM- UIL FIALS- CISAL

giovedì 26 luglio 2012

COMUNICATO CCNL 24 LUGLIO

Comunicato Incontro 24 Luglio In data odierna abbiamo registrato significativi e positivi avanzamenti in merito alla trattativa, in particolare sull’orario di lavoro e sull’istituto del “ multi periodale” per la categoria dell’Orchestra, dei Tecnici e dei Maestri collaboratori. La nostra valutazione è che la fase contrattuale si stia avviando, salvo ripensamenti da parte datoriale, ad uno stadio conclusivo per quel che concerne la parte normativa oggetto del confronto negoziale. In merito alla parte economica, dietro per noi il falso paravento della L.100, registriamo un pretestuoso diniego dell’ANFOLS ad operazioni di compensazione economica “a costo zero” compensativi degli istituti normativi convenuti in questa tornata contrattuale, come ad esempio il Multi periodale che da tempo ha consolidato un corrispettivo economico ai lavoratori nelle singole Fondazioni. (ancor oggi ad esempio, non c’è stata risposta alla proposta più volte reiterata al tavolo, di mettere in sicurezza nel contratto nazionale, come loro hanno fatto per la parte normativa, una congrua percentuale della parte economica oggi erogata attraverso gli integrativi aziendali, in istituti contrattuali come l’EAR, tanto più che l’atto di indirizzo ministeriale, vieta una volta sottoscritto il CCNL, la possibilità di negoziare nel secondo livello di contrattazione, gli istituti normativi assunti nella fonte primaria del contratto collettivo di lavoro). Necessita inoltre coinvolgere il Ministero per ricercare soluzioni condivise sia sulla copertura economica del pregresso (2007/2012) che per la copertura inflattiva della triennale vigenza contrattuale 2013/2015. Seguirà ulteriore nota unitaria di indicazioni rispetto all’esito della trattativa del giorno 27 c.m. SLC- CGIL FISTeL- CISL UILCOM- UIL FIALS- CISAL

Stagione al risparmio per il Teatro Carlo Felice

GENOVA - 25 LUGLIO 2012 - Riunitosi ieri - scrive Il Secolo XIX - il cda del Teatro Carlo Felice di Genova ha scelto la linea della cautela: la prossima stagione dovrà ruotare attorno alle tre opere di Verdi già previste dal sovrintendente Giovanni Pacor - Macbeth, Rigoletto e Traviata - più alcuni titoli accessori. Per la prossima stagione infatti l’obiettivo, su cui si è trovato d’accordo l’intero consiglio di amministrazione presieduto dal sindaco Marco Doria, è quello di realizzare una stagione in pareggio. "Una stagione - ribadisce Silvio Ferrari, rappresentante del Comune nel cda - che punti su tre titoli solidi. Vedremo poi se ci sono le risorse per ampliare il cartellone. Ma, comunque, sotto un certo livello non bisogna assolutamente scendere, anche per non precipitare agli occhi del ministero". Il sindaco, d’altra parte, ha parlato della necessità di rilanciare il teatro giocando una partita non semplicemente in difesa. "I lavoratori del Carlo Felice sono un patrimonio che va utilizzato al massimo", ha detto Doria. Il quale ha ipotizzato, in occasione della prossima estate, iniziative del tutto nuove da organizzare in giro per la città (e possibilmente al centro di trasmissioni tv) in stretta collaborazione con la Fondazione. Protagonisti, soprattutto, dovranno essere i centocinquanta musicisti e coristi del Carlo Felice, chiamati ad esibirsi, sempre più spesso, in spettacoli di grande impatto mediatico e ad alto coinvolgimento di pubblico, anche fuori dal teatro. I buoni propositi del sindaco si scontrano, però, con una situazione finanziaria sempre disastrosa, malgrado i contratti di solidarietà che, in due anni hanno prodotto un risparmio di circa 4,5 milioni di euro arginando l’emergenza.

mercoledì 25 luglio 2012

Milano, tracce di amianto alla Scala il loggione resta chiuso per due mesi ARTICOLO APPARSO SU REPUBBLICA 25-07-2012

Milano, tracce di amianto alla Scala il loggione resta chiuso per due mesi Loggione chiuso in parte per due mesi sino a fine ottobre. E biglietti rimborsati per quanti avevano già prenotato. È la decisione presa per la bonifica di Luigi Bolognini e Alessia Gallione I più delusi saranno gli spettatori che erano riusciti a conquistare un biglietto per le tre serate del Sogno di una notte di mezza estate con Roberto Bolle. Date esaurite. Ma per due mesi, fino alla fine di ottobre, tutti i 275 posti della Seconda galleria del Loggione della Scala saranno chiusi al pubblico. Comune e Fondazione Teatro alla Scala hanno iniziato lavori di bonifica da «limitate quantità di amianto nei locali luci presenti nel sopravolta della sala». Tracce che - assicurano - non creano pericolo, ma che sono lì dagli anni Cinquanta-Sessanta. La scoperta è avvenuta lo scorso dicembre, non durante il restauro del 2002, e la Asl ha imposto la mappatura del teatro. I cantieri partono ora. Fra le proteste. «È incredibile - dice Andrea Fanzago, consigliere comunale del Pd - Il teatro è stato rivoltato: come è stato possibile non accorgersene? Il vicesindaco De Corato, allora responsabile dei lavori, dovrà dare spiegazioni». Le tracce di amianto sono nel locale luci che, è la spiegazione ufficiale, non fu ristrutturata: 16 pezzi grandi come lo schermo di un video. Palazzo Marino e Scala rassicurano: «Siamo intervenuti tempestivamente incapsulando i manufatti e la Asl ha fatto campionature dell´aria, che non hanno rilevato polveri». Adesso la bonifica, partita mercoledì, che si concluderà a fine ottobre: entro metà settembre verrà rimosso l´amianto; poi le verifiche sulle condizioni ambientali. I lavori si effettueranno di notte per non compromettere gli spettacoli, con un ponteggio che permetterà di sigillare le volte per impedire fuoriuscite. Ma parte del loggione, la seconda galleria, verrà chiusa: chi ha prenotato quei posti dovrà rivolgersi alla Scala per ottenere un rimborso, o cambiare biglietto. Ma le proteste ci sono. Il più sorpreso è l´ex sovrintendente della Scala ai tempi dei lavori, Carlo Fontana: «Ricordo benissimo che l´allora direttore dei lavori mi aveva rilasciato un certificato in cui dichiarava la totale sparizione dell´amianto dall´intero teatro». Poi aggiunge: «Questi lavori toccano al Comune, proprietario dell´immobile, non alla Scala, quindi non credo che sia la Fondazione a farci una brutta figura». La pensa così anche Claudia Buccellati, nota melomane oltre che presidente dei commercianti di via Montenapoleone: «Chi ne esce male a livello di immagine è l´intera città. Con lavori di ristrutturazione così pesanti terminati neppure cinque anni fa, ora bisogna farne altri. Non sono critica, però: quell´area non era interessata dai cantieri. Di amianto non si era parlato. Ora lo si è trovato e levarlo è segno di serietà, spero solo si faccia in fretta». Certo sono danneggiati gli amanti della musica. Come Attilia Giuliani, loggionista e presidente dei fan di Abbado: «È davvero la dimostrazione che siamo in Italia: non ci potevano pensare nel 2004? Avevo diversi biglietti per me e amici proprio in seconda galleria per alcuni spettacoli del MiTo, adesso aspetto di sapere cosa succederà. Non credo potremo avere altri posti, visto che il teatro andava per il tutto esaurito. Va bene, mi ridaranno i soldi, ma resterò anche senza spettacolo».

Amianto articolo apparso su Repubblica 25-07-2012

Amianto alla Scala, la Procura indaga per gli 8 operai uccisi dal mesotelioma Le ipotesi di reato, per il momento a carico di ignoti, sono di lesioni colpose e omicidio colposo I lavori furono effettuati negli anni Ottanta. Altri tre operai contrassero la malattia e sono in vita di SANDRO DE RICCARDIS Amianto alla Scala, la Procura indaga per gli 8 operai uccisi dal mesotelioma C'è l'uomo del sipario, tirato su e giù per 27 anni, morto per un mesotelioma pleurico. C’è un vigile del fuoco, rimasto trent’anni dietro le quinte e i teli intrisi di veleni. Ci sono attrezzisti, macchinisti, tecnici manutentori, lavoratori che tra gli anni Settanta e Ottanta hanno lavorato nel Teatro alla Scala e respirato morte. Ora, per la prima volta, la Procura di Milano ha ricostruito la biografia clinica di undici vittime dell’amianto all’interno del teatro e ha aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni colpose e omicidio colposo. I casi di decesso appaiono raddoppiati rispetto a quelli già noti: tre lavoratori si sono ammalati ma sono ancora vivi, altri otto sono morti, uno dopo l’altro, consumati dal tumore. Amianto alla Scala, chiuso il loggione Scontro sui lavori di bonifica Chi per asbestosi cronica, chi per mesotelioma, chi per carcinoma polmonare. Tutti uccisi da quella esposizione inconsapevole e prolungata alle particelle di amianto, dichiarato illegale all’inizio degli anni Novanta. Dopo gli esposti di diverse associazioni di tutela delle vittime, il pubblico ministro Maurizio Ascione ha formalizzato l’apertura dell’inchiesta, in modo da poter dare un nome a chi "all’interno dell’organizzazione del teatro o delle aziende che vi hanno lavorato in appalto "non ha garantito la salute di quegli uomini che si occupavano di manutenzione e sistemi antincendio. Un lavoro che "a distanza di oltre due decenni "non si prospetta semplice. Ma la Procura intende andare a fondo, e far entrare nell’inchiesta altri casi di vittime decedute o ancora in vita, oltre alle undici già individuate. Finora gli investigatori hanno accertato l’uso del materiale killer come isolante termico nel rivestimento di alcune strutture della Scala, nei meccanismi di apertura e chiusura del palco, così come nei dispositivi di prevenzione degli incendi. Lavorando giorno dopo giorno a contatto con le fibre cancerogene, negli ultimi anni altri operai si sono ammalati di mesotelioma e carcinoma. A denunciare la presenza di amianto alla Scala erano stati i familiari di alcuni dipendenti del teatro morti per tumore. Un paio erano riusciti a ottenere, dal giudice del lavoro, condanna e risarcimento. Nel 2001 la Scala venne condannata a pagare 24 milioni di lire per un dipendente colpito da un cancro alla gola per aver respirato amianto sul palco. Nel 2007 un’altra sentenza risarcì i familiari di Enzo Mantovani, classe 1944, un macchinista che azionava "alzando e abbassando" il pesantissimo sipario respirandone le sue polveri cancerogene. Mantovani si ammalò nel 1999: in quindici mesi dalla diagnosi fu ucciso da un mesotelioma pleurico. E per quella morte, evitabile come altre, il giudice del lavoro condannò il teatro a pagare alla moglie duecentomila euro di danni biologici e materiali, riconoscendo la colpa dell’ente "nella determinazione sia della malattia professionale sia del conseguente decesso". Casi non isolati. Come quelli che lo stesso pm Ascione ha ricostruito tra i lavoratori della Pirelli. Nell’inchiesta che porterà a processo, in settembre, undici ex dirigenti degli stabilimenti di viale Sarca e viale Ripamonti tra il 1979 e il 1988, dopo le prime 24 vittime (venti delle quali morte) altri 26 operai uccisi o colpiti dalla malattia entreranno nel processo.

martedì 24 luglio 2012

Lirica: San Carlo, sugli integrativi De Magistris rassicura i lavoratori

NAPOLI - 24 LUGLIO 2012 - Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris - scrive Il Mattino - è intervenuto ieri durante una riunione dei lavoratori del teatro San Carlo (foto), rassicurandoli circa il pagamento dello stipendio di luglio, che, ha detto "sarà effettuato nella sua interezza, dunque comprensivo del 25 per cento di integrativo previsto". L'intervento del sindaco ha fatto scattare una tregua tra i lavoratori, almeno fino a domani mattina, quando la questione sarà messa all'ordine del giorno nel CdA della fondazione napoletana. Intanto continuano le polemiche sulla direzione artistica, ancora assente dopo la cacciata di Segalini e il forfait di Gianni Tangucci. Uno dei nomi più papabili alla nomina sembra essere quello di Giorgio Battistelli, già direttore della Biennale.

LA VITA DI UN OPERAIO VALE 2000 EURO

Duemila euro per la vita di mio figlio": è il grido di sfogo di Paola Armellini, la mamma del giovane operaio morto il 5 marzo scorso durante l'allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini. "Ma noi vogliamo la verità, e non una misera offerta": la signora ha infatti raccontato a L'Unità che nelle lettera di accompagnamento del rimborso non c'è alcun accenno alla morte del figlio, solo: "Pratica di infortunio o malattia professionale". E se è vero che l'Inail dà il rimborso solo a moglie e figli (e Matteo non ne aveva), "allora - ribadisce la signora - questi soldi cosa sono? Non hanno nemmeno pagato il funerale o il trasporto della salma da Reggio Calabria a Roma". "Dopo tanti mesi mi devono spiegare ancora cosa è successo", ha raccontato Paola Armellini, che ha così deciso di fare da sé per vederci chiaro, iniziando a recuperare tutte le carte del lavoro del figlio. Indagando sulla sua vita professionale, la mamma di Matteo, ha scoperto un mondo sommerso di lavoratori in nero che non hanno alcuna garanzia, né orari o paghe regolari, né tantomeno contributi: non avendo un contratto collettivo nazionale o un sindacato. La signora ha poi spiegato: "Matteo era il cosiddetto rigger (colui che non una speciale imbracatura, si arrampica sulle travi del palco per montarne la struttura, ndr) e dovette lui stesso pagarsi l'attrezzatura e i corsi professionali specifici". Gli operai che montano i palchi per i concerti dei big musicali non hanno un contratto nazionale, non hanno neanche un inquadramento professionale vero e proprio. Le misure di sicurezza sono spesso inesistenti .Gli artisti che da questi tour ricavano centinaia di migliaia di euro se ne fregano di come e da chi vengono montati i palchi. Fanno, dopo, delle commoventi dichiarazioni. Due sono gli operai morti quest’anno, uno di questi era Matteo Armellini 32 anni,morto schiacciato dalla struttura che gli è crollata addosso. L'INAIL ha "risarcito" con meno di duemila euro la famiglia. Tanto vale la vita di un operaio.

lunedì 23 luglio 2012

Spettacolo: ok emendamenti che equiparano le imprese alle PMI nel DL Sviluppo

ROMA - 20 LUGLIO 2012 - Come annunciato dalle onorevoli Emilia De Biasi, Fiorella Ceccacci Rubino e Gabriella Carlucci, questa notte sono stati approvati dalle Commissioni riunite Attività Produttive e Finanze della Camera due emendamenti al Decreto Legge Sviluppo che riconoscono alle imprese dello spettacolo lo status di piccola e media impresa ai fini delle agevolazioni nazionali e comunitarie. I due emendamenti sono stati presentati rispettivamente dall’on. De Biasi, prima firmataria, insieme agli on. Coscia, Ghizzoni, Carlucci, e dall’on. Ceccacci Rubino. “E’ un riconoscimento che finalmente sancisce che la cultura e lo spettacolo non sono una spesa, ma un investimento produttivo per il Paese” afferma Emilia De Biasi. “E’ una svolta epocale - continua - poiché per la prima volta si sancisce l’esistenza dell’impresa culturale italiana e la sua dignità. E’ una scelta importante, che consentirà di accedere a finanziamenti ulteriori rispetto al Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Il prossimo passo dovrà essere l’approvazione della legge di riforma dello spettacolo dal vivo, la legge Carlucci-De Biasi, frutto di una larghissima condivisione con gli operatori del settore, che vede l’unanimità della Commissione Cultura, e su cui esiste già il parere favorevole del Governo”. Per Fiorella Ceccacci Rubino l’approvazione dell’emendamento consentirà alle imprese di spettacolo di “accedere, finalmente, sia al credito agevolato, usufruendo delle agevolazioni per lo sviluppo delle imprese previste dalle legge 488, che agli strumenti di difesa dell’occupazione e agli ammortizzatori sociali previsti dalle normative vigenti a favore delle PMI”. “L’approvazione di questo emendamento - continua Ceccacci Rubino – dimostra come sia possibile promuovere lo sviluppo nel nostro Paese con proposte a costo zero, ma semplicemente eliminando quegli inutili veti e lacci che imbrigliano la nostra economia. Quest’approvazione rappresenta, dopo l’abrogazione nel ddl lavoro della Fornero della vetusta norma del 35, che escludeva dall’indennità di disoccupazione il personale artistico, teatrale e cinematografico, il secondo grande traguardo raggiungo dal settore dello spettacolo in questa legislatura”. “Con l’approvazione dell’emendamento, per la prima volta – afferma Gabriella Carlucci - la politica italiana stabilisce l’esistenza dell’impresa culturale e riconosce la dignità degli forzi, del lavoro e delle professionalità degli operatori culturali. La sua approvazione decreta che lo spettacolo è un investimento produttivo per il Paese. L’approvazione dell’emendamento estrapolato dal testo della legge sullo spettacolo, di cui sono relatrice e prima firmataria, mi fa essere molto fiduciosa sull’approvazione in tempi rapidi di questa importante legge di riforma”.

venerdì 20 luglio 2012

Spettacolo comissione cultura Camera dei Deputati

ROMA - 19 LUGLIO 2012 - La Commissione Cultura della Camera dei Deputati , nella seduta del 17 luglio, ha espresso parere favorevole sul decreto legge 83/2012 'Misure urgenti per la crescita del Paese' con alcune condizioni e osservazioni. Una delle condizioni è dedicata al settore dello spettacolo, in particolare alla necessità dell'approvazione della legge per lo spettacolo dal vivo, della revisione della riforma sulle fondazioni liriche e del sostegno alle imprese nelle zone terremotate.
Di seguito il contenuto della 'condizione' prevista nel parere della Commissione sul decreto legge Crescita, riportato nel resoconto della seduta del 17 luglio: "si rende necessaria la stabilizzazione del settore dello spettacolo attraverso l'approvazione della legge quadro sullo spettacolo dal vivo e della revisione più volte annunciata dal Ministro, della legge n. 100 del 2010, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2012, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali, sulle Federazioni lirico-sinfoniche, i cui lavoratori sono stati messi per la prima volta in cassa integrazione, e il sostegno adeguato per le imprese dello spettacolo presenti nelle zone terremotate, particolarmente penalizzate in questa fase di ricostruzione".

Situazione trattativa ccnl

Nei giorni 24 e 27 luglio a Roma continueranno gli incontri tra le OO.SS. e ANFOLS per il protocollo d'intesa sul rinnovo del ccnl atto anche a congelare gli effetti della legge 100




martedì 17 luglio 2012

Scala, Pisapia chiede anche per il 2012 riduzione stipendio

Lirica: Scala, Pisapia chiede anche per il 2012 riduzione stipendio

MILANO - 16 LUGLIO 2012 - (Fonte: La Repubblica Di Milano.it) Al sovrintendente della Scala, Stephane Lissner, sta per arrivare la richiesta di autoridursi lo stipendio anche l'anno prossimo, come ha già annunciato di voler fare per il 2012: circa 75 mila euro, cioè il 10 per cento della parte fissa e il 20 per cento degli incentivi. A spiegarlo è stato il presidente del Teatro, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia (foto), che è intervenuto in commissione Cultura a Palazzo Marino, in una riunione convocata dopo le polemiche sul maxicontratto del sovrintendente appena rinnovato (circa 880 mila euro).
Pisapia ha spiegato che quella di Lissner è stata una decisione autonoma (e solo così poteva essere visto che c'è un contratto di lavoro firmato) che vale per il 2012, anche se dopo una richiesta "espressamente" fatta dal sindaco "il che non significa - ha aggiunto Pisapia - che non la rinnoverò, e credo tutto il cda la rinnoverà, anche per l'anno prossimo". La commissione potrà comunque parlarne direttamente con il sovrintendente a settembre, quando è prevista la sua audizione. L'incontro non ha riguardato solo il caso Lissner, ma la gestione complessiva del teatro che quest'anno aveva inizialmente previsto un rosso di 7 milioni di euro, scesi a 4,5 milioni dopo una serie di aggiustamenti. La speranza per chiudere anche quest'anno in pareggio sta in parte in un contributo aggiuntivo dello Stato di 1,9 milioni di euro, come è successo l'anno scorso.

domenica 15 luglio 2012

Cinecittà occupata. I lavoratori dicono no allo smantellamento e ai licenziamenti

ROMA - Striscioni, tendoni anche sui tetti degli storici teatri di posa e nei giardini e poi la proclamazione di cinque giorni di sciopero a partire da oggi.
Ecco gli estremi gesti di  protesta dei lavoratori di Cinecittà Digital Factory e Cinecittà Studios, davanti agli studios di via Tuscolana. "Ed è solo l'inizio" assicurano. I lavoratori infatti dopo un'assemblea organizzata dai sindacati hanno optato per la linea dura contro il nuovo piano di riorganizzazione aziendale che prevede lo smantellamento degli studi. I sindacati si  dichiarano "contrari a qualsiasi forma di spacchettamento delle attività produttive, dismissione o esternalizzazione delle stesse". "Faremo di tutto - hanno sottolineato i lavoratori  - per difendere i nostri diritti, perché non possono essere sempre i lavoratori a pagare la colpa di una gestione sbagliata come quella di Abete, cominciata con la privatizzazione degli Studios del ‘97".
Lo spacchettamento delle attività produttive comporterebbero il passaggio in Panalight di 6 lavoratori, l'affitto dell'intera post produzione, composta da circa 100 persone, a due società del gruppo Deluxe Italia, il trasferimento di 55 lavoratori ad un'altra società del gruppo Ieg, 20 licenziamenti dichiarati e l'incertezza per i restanti 40 lavoratori, tra manutentori ed amministrativi.
"Non è mai stato presentato un vero piano industriale e non ci è stata fornita alcuna garanzia occupazionale, inoltre dal ministero dei Beni Culturali e dal ministero dell'Economia non abbiamo avuto nessuna risposta" -  affermano i sindacati - "intendiamo contrastare questo piano industriale e chiedere al ministero dei Beni Culturali, che detiene il 20% delle azioni di Cinecittà Studios, e al ministero dell'Economia, che è il proprietario al 100% dei terreni e dei teatri, di intervenire. Bisogna evitare lo smembramento di Cinecittà e la cementificazione che ne seguirebbe secondo il piano presentato nel 2012 dalla holding Ieg".
A sostegno dei lavoratori di Cinecittà,  che rischiano di essere le vittime predestinate di una speculazione edilizia che va a colpire una parte  importante della cultura italiana, c'è L'Italia dei valori, così come Sinistra Ecologia Libertà Lazio. Fabio Bonanno, responsabile Cultura del Partito di Vendola ha infatti dichiarato: "La scelta di una lotta così dura merita il sostegno di tutte le forze democratiche che hanno a cuore il futuro di Roma, del Lazio e dell'intero Paese - e aggiunge - non faremo mancare il nostro sostegno al presidio permanente all'esterno di Cinecittà che accompagnerà la vertenza sindacale".
Regna intanto il silenzio sulla questione Cinecittà da parte del Campidoglio e della Pisana. Al contrario invece la Provincia di Roma ha manifestato il suo appoggio ai lavoratori.

sabato 14 luglio 2012

COMUNICATO CCNL

13-7-2012

Saltata la trattativa sul contratto nazionale: ritenute irricevibili le proposte dell'ANFOLS.
Nei giorni 17-18 luglio ci sarà nuovo incontro a Roma tra le OO.SS. Nazionali e ANFOLS per un protocollo d'intesa per congelare gli effetti nefasti della legge 100,ossia la decurtazione della parte aziendale dello stipendio già dal mese di luglio per tutte le fondazioni lirico-sinfoniche che non hanno la parità di bilancio.(LEGGE 100/2010 art.3 comma 4)
Data la situazione invitiamo a tutti a fare le migliori vacanze per prepararci ad un caldo settembre.



venerdì 13 luglio 2012

Albori e stipendio Lissner


Scala: Finita la Lotta di Potere Interna


Scala: Finita la Lotta di Potere Interna


by Red Proof
Alla fine, lo squalo all’opera si taglierà lo stipendio di 75mila euro, quantomeno nel 2012, poiché la riduzione riguarda solo il corrente anno. Intenzionato inoltre a decurtarsi del 20% l’incentivo sulla base degli obiettivi raggiunti – da 150 a 120mila euro – il sovrintendente della Scala Lissner ha contrattaccato sulle cifre dei propri emolumenti, precisando di percepire annualmente 880mila euro inclusi oneri e trattamento di fine rapporto. “Percepisco uno stipendio per le mie due mansioni di sovrintendente e direttore artistico di 14.500 euro netti, meno la riduzione” ha dichiarato in un’intervista a la Repubblica, offeso dal tentativo di farlo passare da maneggione e profittatore. Lungi da lui poi l’idea di andarsene: “Prima di stancarmi ce ne vuole. A Milano ho realizzato tanto: le alzate di sipario nel 2004, prima del mio arrivo, erano 186, oggi 287. L’incasso della biglietteria era di 15 milioni ora è di 30. Amo la Scala, ho già programmato per il 2013 l’anno verdiano e wagneriano, ed è già pronto il programma per l’expo 2015. Certo se mi chiamasse il Metropolitan…”.
Di certo tuttavia in ciò che va dicendo c’è solo che se lo chiamassero gli sarà impossibile spillare così tanti soldi. L’America è qua non a New York, e nemmeno a Washington dove Barack Obama, alla Casa Bianca guadagna 300.000 dollari l’anno. Secondo Lissner poi, la buonuscita di 300mila euro sarebbe frutto invece dell’accordo per chiudere una controversia sul suo trattamento previdenziale e verrà versata solo a conclusione del mandato. Circa l’auto con autista si difende affermando che rientra nell’accordo commerciale stipulato con Bmw, perciò a costo zero. Ma non potrebbe anche essere, come sovente avviene per certe sponsorizzazioni, che la Bmw versi al teatro una somma di cui le macchine sono parte integrante, ovvero, per fare un esempio, se il finanziamento ammontasse a 1.000.000, 700mila euro verrebbero dati in vetture e i restanti 300.000 cash, trattandosi quindi di 700mila euro non incassati dal teatro, ma solo ed esclusivamente goduti da lui e gli altri manager Scala? Sulla carta di credito e le diarie da plenipotenziario in viaggio all’estero non una parola. Riguardo invece l’appartamento in piazza del Carmine da 85mila euro “il resto dell’affitto è a carico di Lissner” ci ha tenuto a rimarcare il direttore del personale Marco Aldo Amoruso: individuo disdicevole, maleducato e arrogante al punto da essere inviso anche alla stessa dirigenza del teatro, un Marchionne di mezza tacca, acerrimo nemico delle relazioni sindacali e sempre pronto a strisciare serpeggiando tra le divisioni nei sindacati nel tentativo di accentuarle, nonché a esacerbare le controversie aziendali fino a discriminare molte lavoratrici e lavoratori che vinta la causa per l’assunzione a tempo indeterminato si vedono ancora costretti ad avviare ulteriori procedimenti legali per vedersi riconoscere dei diritti già acquisiti.
La battaglia quindi pare conclusa. Assestati gli equilibri di potere all’interno delle due lobby in campo – la prima guidata da Bruno Ermolli, vicepresidente della fondazione Scala e i cui interessi stavano intaccando quelli della seconda, guidata sull’asse Roma-Milano da Gianni Letta e Francesco Micheli – e dopo la strumentale demagogia di Formigoni e di De Corato che han chiesto a gran voce di vedere i costi del personale Scala, entrambe le lobby muoveranno sicuramente guerra alla Cgil, rea d’aver chiesto a Pisapia di confrontare il faraonico stipendio dello squalo grigio Lissner con quello dei suoi pari ruolo europei nonché dei precedenti sovrintendenti scaligeri, a partire da Antonio Ghiringhelli, alla guida del teatro dal 1945 al 1972 senza percepire alcuno stipendio, passando da Paolo Grassi (1972-1977) che guadagnava 500mila lire al mese, e Carlo Badini (1977-1990) pendolare da Bologna a Milano con una retribuzione lorda di 160 milioni di lire che viveva in un piccolo appartamento, arrivando infine a Carlo Fontana (1977-1992) che guadagnava lordi circa 400 milioni di lire bonus incluso. Delucidazioni la Cgil le ha chieste anche in merito alle retribuzioni di altri undici dirigenti, evidenziando sprechi nelle gare d’appalto dei servizi interni e nelle commesse esterne (mensa, cambusa, addetti alle pulizie, cooperative trasporti, affitti di strutture esterne), unitamente alle ripetute e tuttora inevase richieste di un Protocollo sulla Sicurezza. Preso atto dei problemi esistenti, Pisapia s’è detto stupito che la Fondazione, assieme a Cisl, Uil e Fials, voglia percorrere la strada del contratto unico, quando la maggioranza dei lavoratori (519 su 800) si è espressa in referendum a favore del mantenimento del doppio livello di contrattazione.
Soprattutto le due lobby intestine muoveranno guerra ai lavoratori tutti, a fronte di un passivo di 4,5 milioni di euro a bilancio, destinati a crescere se non arriveranno – in base alla legge 100 – nuovi soci privati, i quali però sembrano puntare alla quota del 51%, travalicando il principio della legge 367 del 1997 che indica come “aggiuntivo” l’apporto dei privati. In tal caso realizzeranno compiutamente la privatizzazione della Scala, a fronte del settore pubblico sempre meno interessato a investire nella cultura, e sarà già un miracolo se nel prossimo futuro confermerà quanto ancora finanzia. Mentre la trattativa tenutasi a Roma il 4 e 5 luglio per il rinnovo contrattuale delle fondazioni lirico-sinfoniche ha fatto secondo un comunicato congiunto dei sindacati ben pochi passi avanti verso una soluzione positiva del contratto, i lavoratori, presi in mezzo tra il rancore di Lissner per l’indignazione che hanno a più riprese espresso riguardo a stipendi d’oro, sprechi a bilancio e privilegi del management e la bile di De Corato (che i lavoratori della Scala hanno a più riprese sbeffeggiato quando era vicesindaco), iniziano a chiedersi chi licenzieranno in agosto dal tempio dell’opera, a teatro chiuso, così da aprire le danze della stagione 2012-2013.

martedì 10 luglio 2012

Comunicato congiunto CCNL

SLC-CGIL FISTeL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL

COMUNICATO
Al termine delle riunioni delle delegazioni trattanti di ANFOLS e OOSS in merito al rinnovo del CCNL, tenutesi a Roma nei giorni 4 e 5 luglio u.s., le scriventi segreterie devono registrare ancora una volta che i passi in avanti per la positiva conclusione della vertenza siano purtroppo da considerare ancora insufficienti e che il periodo che separa il settore dall’entrata in vigore della scadenza imposta dalla L. 100 si stia pericolosamente sempre più avvicinando e con esso il rischio dei negativi effetti economici sulle retribuzioni del corrente mese di luglio.
Gli impegni assunti tra le parti alla fine della giornata di ieri sono:
1)
stesura di tutti i documenti inerenti lo stato delle trattative fin qui svolte ed il loro invio alle OOSS entro il prossimo mercoledì 11 luglio p.v.;
2)
convocazione dell' incontro delle commissioni trattanti ANFOLS e OOSS per la sottoscrizione dell’ eventuale ipotesi di accordo prevista per il giorno 13 luglio 2012.
La delegazione delle OOSS, nel valutare a fine seduta lo stato delle trattative, ha espresso l’esigenza di sottoporre alla valutazione dei rispettivi coordinamenti nazionali il documento che l’ANFOLS invierà entro il giorno 11 luglio p.v., in tempo utile ad esprimere i relativi giudizi di merito ed a rinnovare i conseguenti mandati alle rispettive delegazioni trattanti prima del confronto, che noi auspichiamo definitivo, calendarizzato per il 13 luglio 2012.
Per quanto sopra, non potendo, allo stato, prevedere con certezza l'esito del negoziato in corso, si invitano tutti i lavoratori del settore al massimo stato di allerta ed alla massima sollecita partecipazione ad ogni eventuale forma di azione di protesta e di mobilitazione che sarà ritenuta opportuna per il buon esito della trattativa.
Roma, 6 luglio 2012
p. LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC‐ CGIL FISTeL‐ CISL UILCOM‐ UIL FIALS‐ CISAL
S. Conti M. Giustini F. Benigni E. Sciarra

sabato 7 luglio 2012

INCONTRO PISAPIA CGIL 6 LUGLIO


Milano, 7 luglio 2012
INCONTRO PISAPIA-CGIL

In data 6 luglio la Delegazione CGIL è stata ricevuta dal Sindaco di Milano Giuliano Pisapia in qualità di Presidente della Fondazione Teatro Alla Scala, presso la sede del Comune di Milano a Palazzo Marino. Oltre a constatare un interessamento che le amministrazioni precedenti la sua non hanno mai avuto, la delegazione ha chiesto delucidazioni in merito allo stipendio esoso di Monsieur Lissner e di altri 11 dirigenti e contestualmente è stata illustrata la situazione in cui versa il Teatro.
I temi affrontati sono stati i seguenti:

    • la Legge n°100 apre le porte a una totale privatizzazione perché permette di alterare la percentuale del finanziamento privato ai danni di quello pubblico, superando così il principio della Legge n° 367 del '97 che indicava come “aggiuntivo” l'apporto dei privati;
    • l'apparato dirigente del Teatro Alla Scala è avverso alle relazioni sindacali (vedi occupazione) e esaspera le controversie aziendali al punto da discriminare molte lavoratrici e lavoratori, i quali dopo aver vinto le cause per il tempo indeterminato, sono costretti ad avviare ulteriori procedimenti legali per il riconoscimento dei propri diritti; inoltre si insinua nelle divisioni che ci sono tra i sindacati accentuandole;
    • il Sindaco è rimasto stupito del fatto che l'Azienda insieme a cisl-uil-fials vogliano percorrere la strada del contratto unico nonostante la maggioranza dei lavoratori si sia espressa a favore del mantenimento dei due livelli attuali di contrattazione;
    • le richieste reiterate su un tavolo con al centro il Protocollo Sicurezza restano ancora inevase;
    • gli è stata consegnata una lettera sulle criticità di bilancio 2011 dalla quale emerge con evidenza lo spreco di risorse soprattutto per quanto riguarda le gare d'appalto dei servizi all'interno dell'azienda e commesse esterne (mensa, cambusa, addetti alle pulizie, cooperative di trasporti, affitti di strutture e via dicendo);
    • gli è stato comunicato ufficialmente che a breve verranno effettuate le elezioni delle R.S.U avviata dalla CGIL;
La posizione della RSA CGIL del Teatro Alla Scala è chiara e inequivocabile.
Se qualcuno vuole percorrere la strada della marchionite per svendere la dignità di ciascun lavoratore la risposta sarà dura.
RSA SLC-CGIL



giovedì 5 luglio 2012

Gli Squali all’Opera

Gli Squali all’Opera


by Red Proof
“È un fatto psicologico; se qualcuno grida ‘Barracuda!’ tutti fanno ‘Eh, cosa?’, ma se qualcuno grida ‘Squalo!’ significa il finimondo” dice il sindaco Vaughn al poliziotto Martin Brody (Roy Scheider) in THE SHARK. Ma niente fondali bassi e sabbiosi, questo non è il mare prospiciente l’isola di Martha’s Vineyard dove nel 1975 Spielberg girò “Lo Squalo”. Siamo a Milano, nello specchio d’acqua agitato che separa Palazzo Marino dal Teatro alla Scala. Personaggi e trama sono però mutuabili. Il sovrintendente Stephane Lissner è lo squalo dai denti affilati, come del resto dice il suo soprannome. E’ una creatura meccanica al pari di quello costruito per girare le scene, e i cui continui malfunzionamenti fanno lievitare i costi di produzione così come accadde per la realizzazione del film nel 1975. Francesco Micheli interpreta Martin Brody, capo della polizia locale a caccia del feroce esemplare; il Pd milanese, la comunità dell’immaginaria di Amity Island, desiderosa di liberarsi del predatore. Infine, Pisapia è il sindaco dell’isola, preoccupato che la presenza dello squalo gli rovini la stagione turistica.
Ma ricapitoliamo un attimo. Il 18 giugno scorso, in concomitanza della sua riconferma alla guida del teatro, il sovrintendente del teatro Stephane Lissner annuncia a mezzo conferenza stampa la decisione di decurtarsi lo stipendio del 10% assieme ad altri undici dirigenti. Non fosse che pochi giorni dopo la Repubblica gli fa i conti in pancia: lo squalo divora 449mila euro di retribuzione fissa; 155 mila sulla base dei risultati raggiunti; 200mila costano alla Scala il suo Tfr più gli altri oneri contributivi, e 85mila l’affitto dell’appartamento in piazza del Carmine. Uguale 1.000.000 di euro. Più Bmw con autista, carta di credito aziendale illimitata, indennità trasferte con diaria da plenipotenziario, e 300mila di buonuscita, come (ma non all’unanimità) deliberato nell’ultimo CdA Scala. Morale: salta fuori che Lissner taglia sì il proprio stipendio, ma solo sulla base della retribuzione fissa, quindi se lo riduce di 45mila euro; e che nel 2012 incasserà un premio di 80mila euro.
Oggi emerge che gli undici dirigenti scaligeri vogliano sconfessare l’accordo. “Lui s’è preso il merito noi paghiamo” grugnendo. “Sacrifici impari, a questo punto meglio riparlarne. Come? Io guadagno una miseria e dovrei ridurmi lo stipendio?” (E anche qui, tra remunerazioni, premi auto-distribuitisi, macchine blu, contratti telefonici, benefit vari e privilegi eventuali dei dirigenti Scala, Pisapia e Tabacci in quanto a spending review avrebbero moltissimo da scoperchiare, ed è bene comincino a farlo, perché i lavoratori del teatro non sembrano intenzionati a sopportare oltre, soprattutto a fronte delle condizioni di lavoro instaurate da Lissner.
Fiocinato dalla Cgil, che in una lettera a Pisapia chiede trasparenza sui compensi del sovrintendente, il sindaco dice: “Non immaginavamo fossero così alti, soprattutto in un momento di grande incertezza come questo.” dice il segretario milanese Giancarlo Albori. Attaccato con una manovra a tenaglia dalle pagine milanesi di Repubblica e del Corriere della sera; e – seppur strumentalmente in funzione anti-Pisapia – da Robertino Formigoni su Twitter (“il più alto dirigente regionale, con ben altre responsabilità, guadagna meno d’un quarto di Lissner”), lo squalo dell’opera comincia a puzzare dalla coda. Un gossip interno vuole che alla fine della tradizionale riunione di fine stagione per gli auguri di buone ferie, ascoltate le sue parole, buona parte di manager, dirigenti e capireparto presenti se ne sia andata senza nemmeno stringergli la pinna.
Nel frattempo si è anche aperto il tavolo sul contratto unico Scala tra Uil, Cisl e Fials e i vertici del teatro. Minacciato uno sciopero, i due sindacati confederali e il terzo autonomo hanno ottenuto subito lo sblocco dei permessi artistici per gli orchestrali e i coristi. Riguardo alla trattativa, stando ad alcune voci bene informate, Pisapia sembrerebbe intenzionato a lavorare con chi costruisce. Frase che secondo quanto scrive oggi la Repubblica si può interpretare come una frecciata alla Cgil, che nei giorni del referendum di Cisl e Uil ne aveva indetto uno proprio, chiedendo ai dipendenti se fossero favorevoli alla firma del contratto nazionale (sì 519; no 25; schede bianche 9). Sul contratto unico per ora la Cgil tace. “Non abbiamo notizie ufficiali. Se fosse così, la reazione sarebbe molto dura” si limita a dichiarare Albori, responsabile del sindacato rosso alla Scala.
Speriamo non sia così. Pisapia tuttavia sembra voler ignorare i quesiti del referendum Cgil (partecipanti 553) per schierarsi a favore di quello indetto da Cisl, Uil e Fials, con 465 partecipanti, perciò un bella fetta di lavoratori in meno. Forse è deciso a emulare Chiamparino, sindaco Pd di Torino quando sostenne il referendum Marchionne alla Fiat?
In attesa che valuti a fondo e con estrema attenzione e coscienza la situazione, ben al sicuro dentro la sua gabbia anti-squalo, bisognerà che il Comune visioni le carte relative al bilancio nonché del prossimo consiglio di amministrazione della Scala. Intanto sarebbe l’ora che i milanesi si svegliassero per salvare il teatro della città da privatizzazioni striscianti e comportamenti antisindacali.

mercoledì 4 luglio 2012

Scala, Cgil chiede incontro con il sindaco

MILANO - 4 LUGLIO 2012 - Ieri sera la Cgil ha inviato una lettera al sindaco di Milano Giuliano Pisapia per chiedergli formalmente un incontro con all'ordine del giorno il costo per la Scala (foto) del sovrintendente Stephane Lissner, dopo le polemiche sul suo stipendio e i benefit, incluso un appartamento in affitto, che superano il milione di euro.
La decisione è stata presa in un'assemblea che è servita per parlare del contratto nazionale di lavoro prima della riunione di oggi al ministero dei Beni Culturali che dovrebbe portare alla firma di un accordo. "Chiediamo al sindaco di riceverci - ha spiegato Giancarlo Albori -. I lavoratori sono in allarme: dal punto di vista direzionale questa ci sembra un'azienda allo sbando". Il sindacalista ha spiegato che i dipendenti non si aspettavano un guadagno simile da parte di Lissner. A suo dire i parametri da seguire dovrebbero tenere conto "dello stipendio del presidente della Repubblica e dello stipendio medio dei sovrintendenti europei". (Fonte: Ansa)